Una Terra dannatamente piatta

Articolo da ExtraPedia

Roberto Morini (fisico nucleare e filosofo
15 dicembre 2018

Il titolo riprende l’esclamazione che ha chiuso l’indagine dei geografi dell’Università del Kansas, pubblicata sul Geographical Review (Rivista dell’American Geographical Society, Vol. 104 – 01/01/2004) racchiusa in un articolo, intitolato: “The Flatness of U.S. States“. Alla quale aggiungo: “e dannatamente immobile“, per le centinaia di rapporti scientifici, riportati alla fine, su documenti governativi e, altri, di non minore interesse, che confermano entrambe le realtà. Cosicché, se qualcuno vedesse in tutto ciò una “gigantesca presa per il culo”, avrebbe almeno la certezza di vederci ancora bene.

Tornando ai geografi, il professor Jerome Dobson e il suo collega Joshua Campbell, che lavora presso l’ufficio geografico del Dipartimento di Stato, hanno condotto una “analisi geomorfometrica” degli Stati Uniti contigui (Florida, Illinois, Nord Dakota, Louisiana, Minnesota, Delaware, Kansas, Texas, Nevada e Indiana). Hanno confrontato la percentuale di planarità di ogni Stato e li hanno classificati, individuando i primi dieci Stati più piatti, secondo i loro risultati, catalogati in base alle loro designazioni: “flat, flatter and flattest“. Una volta sviluppato il loro algoritmo, Dobson e Campbell hanno elaborato i dati di elevazione, raccolti dallo Shuttle Radar Topography Mission della NASA: «Erano un sacco di calcoli – riferisce Dobson – perché abbiamo misurato ogni 90 metri, oppure ogni 300 piedi, tutto il Paese con scansione laser confocale. Abbiamo estratto i transetti di superficie e le stime di planarità partendo dal Kansas e, dai dati DEM dei pancake, utilizzando un sistema d’informazioni geografiche».

Risultati: in particolare «I transetti topografici di Kansas e pancake a scala millimetrica sono entrambi abbastanza piatti, ma questa prima analisi ha mostrato che il Kansas è chiaramente più piatto. Matematicamente un valore di 1,000 indica una planarità piatta perfetta. Lo Stato è talmente piatto che il software “off-the-self” ha prodotto un valore di appiattimento pari a 1. Questo valore era, come si dice, troppo bello per essere vero, quindi abbiamo fatto un’analisi più complessa e dopo molte ore di programmazione, siamo stati in grado di stimare che la planarità del Kansas è di circa 0,9997. Questo grado di appiattimento potrebbe essere descritto, matematicamente, come “dannatamente piatto”» (Per qualche riscontro online si veda: Megan Garber – staff writer di “The Atlantic” 11 marzo 2014). 

La Garber nell’articolo appena citato, riferisce che già nel 2003, gli “Annals of Improbable Research” pubblicarono i risultati di uno studio, che non fu tanto rivoluzionario, quanto piuttosto shoccante: «I ricercatori: Mark Fonstad, William Pugatch e Brandon Vogt, usarono le equazioni polinomiali per calcolare la piattezza del Kansas, già notoriamente piatto, e scoprirono che – rispetto alla topografia di un pancake IHOP – era effettivamente più piatto di un “flapjack”. La loro scoperta non era errata. Parti del Kansas sono, in effetti, più piatte di una frittella! Ma l’attenzione dello studio sul Kansas, è stata fuorviante, perché ci sono Stati, sei dei quali, per essere specifici, che sono persino più piatti del Kansas. Reggerebbe che, i sei Stati più piatti di una frittella, potrebbero essere serviti in uno “short stack”». 

Lasciamo i 6/10 Stati americani “più piatti di una frittella”, alla determinazione dei quali non hanno concorso solo ricercatori indipendenti e altri dell’Università del Kansas, ma il ben noto Shuttle Radar Topography Mission della NASA e ci spostiamo in Bolivia. 

Il Salar de Uyuni (già descritto nell’Enciclopedia Britannica come ”Uyuni Salt Flat“), è il più grande lago salato della Terra (quando cito “Terra” intendo sempre la “molto approssimativa” Ecumene geografica) e si trova all’interno dell’Altopiano della Bolivia. Con una superficie di 10.582 chilometri quadrati (4.086 miglia quadrate), il Salar ha all’incirca le stesse dimensioni della “Big Island” delle Hawaii. Il termine “Salar” descrive i bacini aridi e chiusi nei quali l’evaporazione delle acque, ricche di minerali, porta alla formazione di depositi di sale denso e piatto

Dal “Earth Observatory” della NASA, apprendiamo che: «L’enorme distesa bianca quasi perfettamente piatta può sembrare infinita nelle fotografie da terra, questa fotografia unica offre una vista sulla playa dal punto di osservazione di un astronauta sulla Stazione Spaziale Internazionale (meglio dire da un aereo e, a bassa quota, perché sappiamo bene dove “orbita” la ISS). Oltre a fornire uno sfondo esotico per i fotografi, la superficie insolitamente piatta è servita come luogo ideale per testare i sensori dei satelliti appena lanciati. Per esempio, gli scienziati che lavorano con ICESat(della NASA, lanciato nel 2003) ed Envisat (europeo) hanno approfittato del Salar de Uyuni per calibrare i sensori di bordo…».

Da Wikipedia-en (perché il riferimento in italiano è la solita ciofeca), alla voce “Calibrazione satellitare” si legge che il Salar de Uyuni: «[…] Ha una superficie stabile, levigata da inondazioni stagionali – l’acqua scioglie la superficie del sale e quindi la mantiene livellata».

Ma come, l’acqua non curva più come dalle altre parti, ora è livellata? Forse sarà perché, per quanto grande sia questo lago, non è un oceano… macché! 

Continua Wikipedia, riportando sempre testi scientifici, citati in calce: «[…] la variazione dell’elevazione della superficie dell’area del Salar de Uyuni di 10.582 chilometri quadrati è inferiore a 1 metro. La combinazione di tutte queste caratteristiche rende il Salar de Uyuni circa cinque volte migliore per la calibrazione satellitare rispetto alla superficie di un oceano. Usando come obiettivo il Salar de Uyuni, ICESat ha già raggiunto la precisione di misurazione dell’elevazione, a breve termine, inferiore ai 2 centimetri».

Oiboh! Anche gli oceani sono diventati, per vie sempre ufficiali, “magicamente” piatti! 

Robert Simmon

Interessante anche l’immagine mostrata a fondo pagina, che presenta un orizzonte del Salar de Uyuni perfettamente rettilineo. Evidentemente è stato fotografato con una lente normale e non con una lente tipo “Fisheye”, quella utilizzata per curvare tutto, quando non si ricorre a Photoshop, come fa “Mr. Blue Marble”, al secolo Robert Simmon. Lead Data Visualizer e Information Designer del “NASA’s Goddard Space Flight Center” che, alla domanda: «Cosa fai e cosa ti interessa di più del tuo ruolo qui al Goddard?», risponde: «Il mio ruolo è quello di creare immagini dai dati delle scienze della Terra. Trasformo i dati in immagini».

Alla successiva domanda: «Qual è la cosa più bella che tu abbia mai fatto, come parte del tuo lavoro, al Goddard?», ammette quello che, i “maledetti” terrapiattisti (complottisti, o complottologi), sostengono da sempre. «L’ultima volta che qualcuno ha scattato una foto dall’alto dell’orbita terrestre bassa, che ha mostrato un intero emisfero, è stata nel 1972 con l’Apollo 17 (ma non “orbitava” potendo fotografare entrambi gli “emisferi”, o era sopra una Terra piatta e non c’era null’altro da fotografare? Poi, a più di milleseicento Km/h di rotazione, bastava aspettare qualche secondo per un altro click e… dalla Luna nel ’69 non hanno provato a farlo?). I satelliti della NASA Earth Observing System (EOS) sono stati progettati per controllare la salute della Terra. Nel 2002, abbiamo finalmente avuto abbastanza dati per fare un’istantanea dell’intera Terra (dopo trent’anni, con un emisfero già fotografato, tutti quei satelliti che dicono d’avere in orbita, andavano a pedali?). Così abbiamo fatto. La parte difficile è stata la creazione di una mappa piana della superficie terrestre con quattro mesi di dati satellitari (e, negli altri 356 mesi, per completare i trent’anni dal 1972, cosa hanno fatto?). Reto Stockli, ora all’Ufficio federale di meteorologia e climatologia, ha fatto molta parte di questo lavoro. Poi abbiamo avvolto la mappa piatta attorno a una palla. La mia parte consisteva nell’integrare la superficie, le nuvole e gli oceani per soddisfare le attese della gente su come la Terra può essere vista dallo spazio. Quella palla divenne il famoso Blue Marble».

Ora, che sapete ufficialmente com’è nata la “palla blu rotante che chiamate Terra” (alla quale, com’è ovvio, sono state tolte parti del territorio e distorti i continenti, altrimenti non si arrotonda nulla – da qui la “molto approssimativa Ecumene geografica”), completiamo il discorso sui laghi salati della Bolivia. Il Salar de Uyuni non è il solo a essere piatto, c’è anche il Salar de Coipasa, più piccolo (2.500 chilometri quadrati, o 960 miglia quadrate) a nord-ovest. L’Earth Observatory della NASA fornisce anche qui un’immagine che afferma essere stata scattata dalla ISS il 20 settembre 2012 (anche su questo punto vale quanto suddetto), e non evita di porre in evidenza che : «L’immagine è stata scattata dall’equipaggio Expedition 33. È stata ritagliata e migliorata per affinare il contrasto, e (questo ve lo lascio in inglese affinché non pensiate che ho tradotto male) lens artifacts have been removed». Capito bene cosa usano per creare gli “artefatti”? E, per com’è costruita la frase, è posta in chiara evidenza che questo tipo di lente è montato abitualmente. 

Prima di passare a realtà tecniche, recentemente sviluppate fuori dell’ambito governativo, voglio soffermarmi un attimo sull’esperimento di Auguste Piccard e Paul Kipfer, del lontano maggio 1931, per sfatare una ricostruzione fantasiosa riportata in video su Youtube. Il pezzo che interessa è tratto da uno dei tanti video, preso a caso. Per chi volesse visionarlo, parte dal punto d’interesse e dura poco più di un minuto. 

Molti sono stati propensi a credere alla fantasiosa ricostruzione che, perdendo il pallone e sfondando la cupola, si siano trovati immersi nell’acqua, secondo l’antico concetto dell’Universo ebraico, tratto rigorosamente dai passi dei loro criptici testi sacri, purtroppo in questo caso presi alla lettera, laddove è contemplata l’acqua sopra il firmamento. Nel processo evolutivo, non abbiamo assolutamente bisogno che ci sia acqua lassù! E, di fatto, non c’è! In più, il firmamento non si sfonda nemmeno con le testate nucleari (si veda: l’Operazione Fishbowl del 1962). 

La ricostruzione un po’ più realistica dell’avventura è riportata dal mensile “Popular Science” (pag. 23) edito in agosto del 1931: «Nella prima mezz’ora il pallone è stato sparato verso l’alto per nove miglia. Attraverso gli oblò, gli osservatori vedevano la terra attraverso una foschia color rame, poi bluastra. Sembrava un disco piatto con il bordo rialzato. A livello di dieci miglia il cielo appariva di un profondo blu scuro. Completate le osservazioni, gli esploratori hanno cercato di scendere, ma non ci sono riusciti. Mentre i loro serbatoi di ossigeno si svuotavano, galleggiavano senza meta su Germania, Austria e Italia. L’aria fresca della sera contrasse il gas del pallone e li portò giù in un ghiacciaio vicino a Ober-Gurgl, in Austria, con una riserva di ossigeno di un’ora».

Anche qui, riportando gli esiti dell’esperienza alla stampa, si parla di “disco piatto” e “con il bordo rialzato”, ma, una visione simile è difficile, se non impossibile, da sostenere e, chi ha volato, magari coprendo lunghe distanze come ho fatto io, sa perfettamente che non si vede un tubo… poi, a nove/dieci miglia di quota, con “foschia color rame e bluastra”, vagando viepiù sopra Germania, Austria e Italia, occorrerebbe una vista da Superman per inquadrare tutta la Terra, fino ai suoi limiti estremi. 

Relegando Piccard & Co. negli scaffali accanto a Jules Verne, torniamo al presente, per parlare del “Fecore laser experimental”. Anche se, le realtà che seguono non sono quantitativamente paragonabili a quelle rilevate a nord e, a sud, dell’America, servono per dimostrare che la stessa particolarità, è riscontrabile anche da quest’altra parte della Terra. 

FECORE Inc. è una società americana di North Liberty (Iowa), il cui obiettivo è verificare la curvatura della Terra e studiare gli effetti di rifrazione terrestre in diverse condizioni ambientali (principalmente: in base a temperatura e umidità), attraverso il sistema TLT (Terrestrial Laser Targeting). Il “Super Accurate Laser Aiming Device” (SALAD) utilizzato, dopo molti mesi di pianificazione, dal 21 al 27 febbraio 2018, sul lago Balaton, in Ungheria, ha una collimazione ad alta precisione di 0,08 mRad (milliradian, o millesimo di radiante). I dispositivi di alta potenza del laser e i collimatori (dispositivi di messa a fuoco) sono stati realizzati per quest’esperimento. 

L’esperimento laser di FECORE, nonostante le condizioni meteo proibitive («Il vento era forte, la temperatura dell’aria era scesa a -11° C e quella del lago era a 0° C, o inferiore. In un’unica sede c’erano grandi blocchi di ghiaccio e fango che coprivano l’acqua in movimento. In altri luoghi era congelata tutta la superficie») che hanno inficiato gli esperimenti delle postazioni predisposte per 22 e 23 Km di distanza, ha, in ogni caso, fornito la prova che la superficie dell’acqua sul lago è piatta, perché alla distanza di 12 km, con un’altezza del laser di 2,2 metri, il raggio doveva essere nascosto dalla curvatura terrestre. Invece, è stato osservato e registrato a un’altezza di 1,5 metri. Pressappoco la stessa differenza riscontrata in America dai geografi e in Bolivia: meno di un metro! Per tutti i dati tecnici relativi all’esperimento, si veda qui

La modesta distanza presa in considerazione da FECORE, è nulla in confronto alla piattaforma di trasmissione microwave, realizzata da Exalt Wireless, con il sistema a microonde ExploreAir LR 7GHz, testato tra l’isola di Cipro e Beirut, in Libano, raggiungendo, l’8/02/2016, una connessione record, sopra l’acqua, con un punto di accesso situato a 235 chilometri. 

Anche se la figura di quest’azienda privata, appare abbastanza evanescente (non solo per l’inatteso redirect collegandosi al Sito ufficiale, ma anche perché spalmata tra: Exalt Communications ed Exalt Holding), in ogni caso (e purtroppo), il record è confermato da più fonti attendibili.

Dico purtroppo, perché, essendo una tecnologia a minor costo, rispetto a cavi sottomarini e fibra ottica e, non essendoci nessun satellite geostazionario a 36.000 chilometri di quota, come vorrebbero farci credere, questa prenderà sempre più piede e ci ingabbierà ancora di più in quel gigantesco forno a microonde che già ci avvolge da tutte le parti e che, alla fine, ci friggerà tutti quanti. Oltre ad avvelenarci maggiormente con le scie chimiche, per supportare il sistema wireless (altrimenti perché ci sarebbero: Cloud Wedge, Cloud Computing Industry, ecc?)… ma questo non è tema di quest’articolo e chiunque può approfondire anche da solo (cominciando a informarsi sulla tecnologia partendo già, per esempio, da Engineering and Technology History Wiki). 

Chiaro è che, trattandosi esclusivamente di business, non si troveranno rapporti particolareggiati dell’esperimento. Solo per trovare l’altezza dei tralicci sui quali sono state montate le stazioni ricetrasmittenti, ho dovuto leggere decine e, decine, di articoli, finché non ho trovato un giornalista di “The Daily Plane“, Shill Nye, più interessato alla curvatura della Terra che alla nuova tecnologia, dal cui articolo del 24/02/2018 traggo: «Ecco un mondo reale a prova di terra piatta… Questo prodotto è un collegamento a un ricevitore all’altra estremità, a 150 miglia di distanza. Un collegamento a microonde in linea che è fondamentalmente una retta sull’acqua. Ci dovrebbero essere tre miglia di curvatura ma questa connessione LINE-OF-SIGHT è montata a meno di cinquanta piedi (circa 15 metri) su entrambe le estremità. Ho parlato con loro oggi per avere conferma, senza accennare al vero motivo per cui li ho contattati. Ho detto loro che ero semplicemente impressionato dalla loro realizzazione e volevo conoscere l’attrezzatura e l’installazione. È come pubblicizzato, una linea retta su oltre 235 Km di acqua, da punto a punto, senza ripetitori».

Tanto per rinnovare la memoria, rammento anche l’ancora imbattuto “Current World Record of distant landscape photography“, già riportato in “Terra: il Grande Inganno (parte seconda)” che è stato ottenuto il 16/07/2016, da Marc Bret (del Beyond Horizons team), con una Panasonic “Lumix FZ72 ISO100 – 1/250” e con zoom integrato “1200 mm – f./2.8”, riuscendo a fotografare nitidamente (con una “curvatura” di circa 5.000 metri), da Pic de Finestrelles (2.820 mt) Pic Gaspard (3.880 mt) a una distanza di 443 Km (includendo Barre des Ecrins, 4.102 mt). 

Chiusa la parentesi sugli outsider, torniamo all’ufficialità e ai documenti governativi. Prima però, è necessario definire con precisione il termine: “Assumption” che, in tutte le sue forme verbali, ricorrerà frequentemente nella lettura dei documenti che seguiranno. Assumption = «A thing that is accepted as true or as certain to happen, without proof (Una cosa che è accettata come vera, o come certa che possa accadere, senza bisogno di prove)». 

Per cominciare vediamo cosa è stato presentato all’European Control Conference (ECC’09), tenutosi a Budapest (Ungheria) dal 23 al 26 agosto 2009, in particolare il 25 agosto, dalla “Université Sciences et Technologies” di Bordeaux – Francia. Già il titolo del Rapporto, presentato dal Dott. Vincent Morio (della Direzione generale degli Armamenti, Ministero delle Forze Armate. Quindi non un pinco pallino qualsiasi), è tutto un programma: “New Path Planner based on Flatness Approach – Application to an atmospheric reentry mission – Automatic Control”. 

Il Rapporto, sintetizzato in quattro parti, per ovvie ragioni di presentazione alla Conferenza, presenta solo i punti essenziali ma, di per sé, sufficienti per comprenderne la portata. In particolare, la Seconda Parte apre sul: «Flatness-based trajectory planning(Pianificazione della traiettoria basata sulla planarità)». Poi, per abbreviare, passando alla Quarta Parte, alla voce “Assumpions”, di grande interesse è il primo punto: «flat Earth: Coriolis and centrifugal forces neglected (Terra piatta: Coriolis e forze centrifughe trascurate… ovviamente, perché surreale la prima e inesistente la seconda)». 

Quello che mi sento di consigliare è la completa lettura del relativo articolo, pubblicato su “HAL” (multi-disciplinary archive of scientific research documents). Mi è piaciuto molto condividere, idealmente, con Morio una citazione di Édouard Herriot in apertura della pag. 41: «La musique est une mathematique sonore, la mathematique une musique silencieuse», che riprende uno dei temi del mio precedente articolo “La Scienza non è uguale per tutti“, preludio a quello attuale. 

Ciò che qui interessa, tuttavia, riguarda la concezione di una “Terra piatta” scandita, per l’ennesima volta, dalla scienza ufficiale. 

Considerata la mole di documenti governativi reperiti e, l’impossibilità di commentarli tutti, per non realizzare un compendio enciclopedico, preso atto anche d’essere ormai fuori tiro dei soliti sornioni, d’ora in poi sintetizzo, riportandone una piccola parte. Rammento, inoltre, che tutti i documenti qui citati sono ben archiviati, caso mai scomparissero dalla circolazione e, vista l’importanza dei contenuti, è bene che ognuno, qualora seriamente interessato, alzi le chiappe e cominci a muoversi anche da solo. Di input, in questo articolo, ce ne saranno fin troppi! 

Nella lettura dei documenti che seguono saranno comuni i termini: “flat Earth“, “non rotating Earth” (anche nonrotating, oppure non-rotating), “flat and nonrotating Earth“, “Earth-fixed“. Qualcuno si è anche “accorto” che la Terra non ruota!… Altre particolarità saranno poste in evidenza, con nota, nei rispettivi documenti, qualora necessario. 

AIAA (American Institute of Aeronautics and Astronautics)

  • «General equations of motion for a damaged asymmetric aircraft» (link – data file 2018) – [Pag. 02]
  • «Singular arc time-optimal climb trajectory of aircraft in a two-dimensional wind field» (link – data file 2018) – [Pag. 02]

CIA

Per chi non lo sapesse: «”The aim of this dispatch is to provide material for countering and discrediting the claims of the conspiracy theorists“. La CIA ha creato l’etichetta “teorici della cospirazione” nel 1967 per attaccare e screditare chi sfida la narrazione “ufficiale” (link)»… 

La parte d’interesse, del documento preso in considerazione (ce ne sono altri ma la qualità delle diapositive è pessima), approvato per la divulgazione il 15/06/2000, è un rapporto su “Investigation of the Scattering of Light in the Earth’s Atmosphere” presentato al “Scientific Council of the Institute of Physics of the Earth, Institute of Physics of the Atmosphere and Institute of Applied Geophysics” (URSS – primo semestre 1957). 

  • «CIA-RDP86-00513R001343720008-3» (link – Release 2000) – [Diap. 20]

Defense Technical Information Center (U.S. Department of Defense)

Qui sono archiviati (alla data di pubblicazione di quest’articolo) ben 119 rapporti scientifici, appartenenti, a vario titolo, anche ad altre istituzioni, che riportano: “Flat Earth” (62), “Earth-fixed” (35), “Flat Ionosphere” (2), “non-rotating planet” (1), “nonrotating Earth” (12) e “non-rotating Earth” (7). Queste da porre tra virgolette, sono le keywords di ricerca, partendo dalla home page del Sito. Si aprirà, in un’unica pagina, una scheda informativa comprendente tutti i riferimenti, le credenziali e il riassunto (Abstract) del contenuto. Non sempre gli autori rendono pubblico l’intero rapporto online, preferendo le riviste scientifiche ma, ove lo fanno, troverete il link al PDF. Di seguito ne inserisco solo alcuni. 

  • «A Comparison of Two Extended Kalman Filter Algorithms for Air-to-Air Passive Ranging» (link – PDF)
  • «A Fortran Program to Calulate two Degree of Freedom Trajectories for Ballistic Vehicles» (link – PDF)
  • «An Application of Dynamic Programming to the Determination of Optimal Satellite Trajectories» (link – PDF)
  • «Analytical Theory of the Flight Paths of a Glider over a Flat Earth» (link – PDF)
  • «Investigation of the Validity of the Non-Rotating Planet Assumption for Three-Dimensional Earth Atmospheric Entry» (link – PDF)

MIT (Massachusetts Institute of Technology – Dept. of Aeronautics and Astronautics)

Durante la consultazione dei file, laddove si parlasse di “FOV” (Field Of View, cioè la misurazione all’interno del campo visivo), è un modo completamente nuovo di misurare, con precisione, con una velocità e semplicità sorprendenti. La misura FOV si avvale di una videocamera ad alta risoluzione progettata per misurare un elemento presente all’interno del campo di visione ottica. Mentre, ove si accennasse al “FMS” (Flight Management System, che in aeronautica indica un sistema di navigazione costituito da un elaboratore cui affluiscono i dati di volo, quali: velocità, quota, assetto ecc.), ha il compito principale di determinare la posizione di un aereo con sicurezza e precisione superiori a quelle ottenibili con altri sistemi. Inserendo i dati nell’autopilota, l’FMS può eseguire la navigazione e, una volta che l’aeroplano sia giunto all’aeroporto di destinazione, è in grado di immetterlo sul circuito di attesa, che è già memorizzato. Nel caso in cui le condizioni meteorologiche non fossero favorevoli e occorresse utilizzare un aeroporto alternativo, allora basterebbe comunicarlo all’FMS, che attiverebbe il piano di volo per arrivare alla nuova destinazione e, all’occorrenza, dare inizio all’atterraggio automatico. 

  • «Autonomous Mission Scheduling for Satellite Operations» (Thesis – 14/08/1997) – [Pagg. 86-87-135]
  • «Modeling and Analysis of Software Specifications for an Autonomous Aerial Vehicle» (Thesis – 13/05/1999) – [Pag. 113]
  • «Vision-based Estimation and Control of Airdrop Vehicles for Aerial Deployment of Sensor Networks» (Thesis – 07/05/2004) – [Pagg. 66-77]
  • «A Property-Based System Design Method with Application to a Targeting System for Small UAVs» (Thesis – 26/05/2006) – [Pagg. 03-10-119-121-122-124-132-133-141-142-143-145-146-147-157-158-159-160-161-163-167-168-170-177-181-182-184-185-186-197]

NASA

  • «Calculation of Wind Compensation for Launching of Unguided Rockets» (link – 1961) – [Pagg. 05-07]
  • «A method for reducing the sensitivity of optimal nonlinear system to parameter uncertainty» (link – 1971) – [Pag. 12]
  • «Determination of angles of attack and sideslip from radar data and roll-stabilized platform» (link – 1972) – [Pagg. 05-17] NOTA: (“perpendicular to the horizontal plane of the earth at all times” Pag. 06)
  • «Investigation of aircraft landing in variable wind fields» (link – 1978) – [Pagg. 02-06]
  • «User’s manual for interactive LINEAR, a FORTRAN program to derive linear aircraft models» (link – 1987) – [Pagg. 12-15]
  • «Multisatellite Attitude Determination» (link – 1987) NOTA: (“and loses the disk of the earth” Pagg. 1-10/3-18)
  • «User’s manual for LINEAR, a FORTRAN program to derive linear aircraft models» (link – 1988) – [Pagg. 04-11-14-123]
  • «Derivation and definition of a linear aircraft model» (link – 1988) – [Pagg. 01-06-15-16-30-102]
  • «Flight testing a V/STOL aircraft to identify a full-envelope aerodynamic model» (link – 1988) – [Pag. 05]
  • «Stability and control estimation flight test result for the SR-71 aircraft with externally mounted experiments» (link – 2002) – [Pag. 11]
  • «A mathematical model of the CH-53 helicopter» (link – data file 2018) – [Pag. 17]
  • «SP-367 Introduction to the Aerodynamics of Flight (Appendice “C”)» (link – data file 2018) [Pag. unica]

U.S. Army – ARL (Army Research Laboratory)

  • «Propagation of Electromagnetic Fields Over Flat Earth» (link – 2001) – [Pagg. III-IV-V- 08-09-10-11-12-22-29]
  • «An Energy Budget Model to Calculate the Low Atmosphere Profiles of Effective Sound Speed at Night» (link – 2003) – [Pag. 09]
  • «Beacon Position and Attitude Navigation Aided by a Magnetometer» (link – 2010) – [Pagg. 03- 04-06]
  • «Trajectory Prediction of Spin-Stabilized Projectiles With a Steady Liquid Payload» (link – 2011) – [Pag. 02]

A questo punto, esausto dopo avere setacciato una parte del Web, e scaricato diverse centinaia di documenti scientifici e governativi (molti altri giacciono negli archivi in attesa d’essere scoperti), avendo poi letto migliaia e migliaia di pagine, posso mandarvi a fan’culo se non cominciate a prendere a calci le istituzioni che, viaggiando a senso unico, raccontano alle persone comuni solo baggianate; i soliti cretini, e i disinformatori, che non mi stancherò mai di chiamare in causa, perché sono la vergogna dell’intera comunità, non ultimi quegli imbecilli a pagamento, che vanno in TV fingendosi terrapiattisti, per fare figure di merda già concordate a tavolino? 

«Dedicato a Paneroni: “La Terra è piatta e non gira, o bestie!“».