Storia di Mac OS (Mac OS History)

da Storia Informatica

Mac OS è stato il primo sistema operativo di successo ad incorporare un’interfaccia grafica.

Ma, a differenza di quanto si è portati a credere, l’OS della Mela non è stato il primo in senso assoluto, ispirandosi direttamente ad ALTO, nato nei laboratori dello XEROX PARC (Palo Alto Research Center), e ufficialmente riconosciuto come il primo vero computer dotato di OS grafico.

Nel 1979 Jobs visita lo XEROX PARC, restando fortemente impressionato dalle innovazioni tecnologiche sviluppate, e torna alla sede di Apple con un chiodo fisso: dotare i propri calcolatori di un sistema operativo con Interfaccia Grafica. Comincia così ad assume parte del team Xerox e da vita al progetto Lisa, velocemente soppiantato dal Macintosh che diventa un successo senza precedenti.

Ma perché il Mac ha avuto successo dove ALTO e STAR, il suo diretto successore, hanno fallito? Le ragioni sono da ricercarsi principalmente nell’ambito economico/commerciale: Xerox ALTO costava circa 32.000$, lo Xerox START circa 16.600$.  Inoltre la stessa Xerox non sapeva come presentare il proprio prodotto sul mercato, poiché era abituata a offrire principalmente fotocopiatrici.

Il 24 gennaio 1984 Apple presenta il Macintosh (128K), al costo di 2.500$, e ne accompagna il lancio con un’ottima campagna pubblicitaria, che riesce ad ottenere un’ampia penetrazione del prodotto sul mercato e far dimenticare ad Apple l’insuccesso di LISA, rimasto nei magazzini a causa del costo proibitivo di circa 10.000$. Il sistema operativo fornito con il calcolatore della Mela viene indicato con il nome, poco fantasioso, di System 1 e basato sul File System MFS (Macintosh File System).  

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Apple Lisa
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Apple Macintosh

Apple “Lisa” vs. Apple “Macintosh

Ad aprile del 1985 arriva il Macintosh 512K con il System 2, praticamente identico al precedente, che, però, non risolve il limite di poter eseguire una sola applicazione per volta.

Ad un anno di distanza, gennaio del 1986, Apple presenta System 3 che, grazie al nuovo HFS (Hierarchical File System), permette una reale gestione gerarchica dei file e delle cartelle, a differenza dei suoi predecessori che simulavano tale funzionalità attraverso speciali tabelle indicizzate. Il passo successivo è System 4.0 (System 3.2, Finder 5.3) che fa la sua comparsa nel Marzo del 1987, a corredo del Mac Plus, e aggiunge il supporto per lo SCSI e il tool AppleTalk in bundle.

Continuando lungo la nostra timeline entriamo nel regno della confusione, grazie a System 5.0, che in realtà non è mai esistito.

Infatti, normalmente, con tale numero di versione si indica System 4.2 (Finder 6.0), rilasciato nell’ottobre del 1987, che introduce il Multifinder per lo scambio di informazioni tra l’unica applicazione attiva ammessa e le altre dormienti.

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System 4.2

Nel 1988 è la volta di System 6 che aggiunge l’agognato supporto ai monitor a colori ed introduce la nuova tecnologia QuickDraw al fine di estenderne le capacità grafiche. Il MultiFinder viene notevolmente migliorato con l’introduzione del multitasking cooperativo, apprestandosi a divenire l’unico Finder disponibile.

Bisogna attendere due anni (1990) per il rilascio di System 7 che va a consolidare la precedente versioni e rende Mac OS un sistema stabile e completo, soprattutto grazie alle numerose ottimizzazioni del kernel, tra cui: una nuova architettura di comunicazione tra i processi di sistema, tra i processi a livello utente e una migliore gestione dei driver delle periferiche. Ciò porta ad un indirizzamento della memoria full 32-bit e non più a 24bit come accadeva in precedenza a causa delle limitazioni dell’hardware dei primi Mac. Il MultiFinder, ormai maturo, diventa l’unico Finder disponibile ed opera in modalità multitasking cooperative.

Negli anni a seguire le cose per Apple si complicano notevolmente.

Windows 95 è ormai leader del mercato ed i vari tentativi di Apple di realizzare un OS per contrastare l’avanzata di Microsoft si rivelano un disastro. Da Pink OS, frutto di una joint venture tra IBM ed APPLE, abortito nel 1995, a Copland, sviluppato interamente da APPLE, che a due anni dall’annuncio (1996) viene abbandonato come progetto in se. Parte dei componenti di quest’ultimo vengono integrati nei vari aggiornamenti di System 7, che raggiunge velocemente la release System 7.6.

Per risalire la china, APPLE tenta allora una strada completamente diversa: acquisire Be Inc, produttrice del popolare BeBox e, soprattutto, del BeOS. L’accordo di acquisizione raggiunge lo stadio finale ma si blocca per questioni economiche: APPLE offre 120 milioni di dollari mentre Be ne chiede 200, nonostante i “soli” 20 milioni di dollari totali degli investimenti sostenuti dalla società. La lunghezza della trattativa, anche se non del tutto naufragata, spinge la casa di Cupertino a considerare l’adozione di sistemi operativi terzi come Solaris e, addirittura, Windows NT.

In questa fase di incertezza e di panico, rispunta Jobs, precedentemente uscito da Apple, che chiama il CEO Amelio e gli offre il proprio OPENSTEP e la piattaforma tecnologia di NeXT, società fondata dallo stesso Jobs dopo il divorzio dalla “sua” Apple il 31 maggio del 1985. Le due società raggiungono un accordo di acquisizione ed il 20 dicembre del 1996 APPLE acquista NeXT per 427 milioni di dollari.

Sul divorzio tra Jobs ed Apple a predominare è quasi sempre stata la versione secondo cui Apple abbia licenziato il proprio fondatore, ma nel 2011 Jay Elliot (vice presidente esecutivo Apple), nel suo libro “Steve Jobs – L’uomo che ha inventato il futuro”, racconta la verità in quanto spettatore dell’episodio. Accadde che Steve Jobs, anni prima, si innamorò di un prototipo nato nei centri di ricerca di Apple e diede vita alla divisione Macintosh. L’Apple II, il computer che aveva reso Apple molto ricca, si trovò in competizione con un nuovo modello. Jobs creò di proposito avversità tra la divisione Apple II e la divisione Macintosh, tanto da chiamare “pirati” chi lavorava al Mac e “marina” chi sottostava alle regole ufficiali di Apple.

Al lancio del Mac le vendite decollarono, ma si fermarono pochi mesi dopo per le scarse prestazioni hardware del computer e per l’esigua presenza di software. Sculley chiese a Jobs di cambiare il prodotto per renderlo più commerciale, ma quest’ultimo proseguì per la sua strada con l’idea di creare il computer perfetto ideale per tutti. Tutta l’operazione, però, stava diventando dannosa per l’economia di Apple, così Sculley sollevò Jobs dalla divisione Mac per promuoverlo a CTO di Apple.

Il capriccioso Jobs non accettò l’offesa e uscì dagli uffici della società. Poco dopo vendette tutte le sue azioni, eccetto una, e si diede a una serie di viaggi, tra l’altro iniziando dall’Italia. Qualche anno dopo Steve Jobs chiese ad Apple di collaborare per una nuova startup e Apple gli diede alcuni dipendenti, portando la nascita di NeXT. Quindi in realtà Steve Jobs non fu mai licenziato da Apple, ma si allontanò di sua volontà e NeXT, acquistata negli anni ’90 da Apple, nacque proprio da una costola della società.

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merger-2

Dopo l’acquisizione Amelio commentò l’accordo con la storica frase:

We choose Plan A instead of Plan Be [Abbiamo scelto il Piano A invece che il Piano Be], con ovvio riferimento a Be Inc.

Subito dopo l’acquisizione di NeXT, APPLE comincia lo sviluppo di Rhapsody, il suo nuovo OS NeXT-based, la cui roadmap  porta al veloce rilascio di due developer release, la prima a settembre del 1997 e la seconda a maggio dell’anno successivo.

Nel frattempo, sempre nel 1997, viene rilasciato Mac Os 8 (non System 8) che fa proprio il File System HFS+ e aggiorna la GUI, permettendone una più ampia personalizzazione. Miglioramenti importanti si riscontrano anche nella gestione delle reti, nella condivisione delle risorse e dei driver delle periferiche.

Il 16 settembre del 1997 Steve Jobs viene nominato CEO ad interim di APPLE e pochi mesi dopo, al WWDC del 1998, annuncia che APPLE è pronta a rilasciare il nuovo Mac OS X, che comunque garantirà la compatibilità con il precedente Mac OS grazie ad una sorta di sand-box. Da questo momento in poi il vecchio sistema Apple sarà indicato come “Classic”. Anche se con leggero ritardo i tempi vengono rispettati ed il 16 marzo del 1999 APPLE presenta Mac OS X Server 1.0 e una developer preview della Desktop edition denominata Darwin 0.1.  Nel contempo Mac OS 8 viene aggiornato alla release 8.5 (1998) eseguibile solo su architettura power pc e accompagnato dal nuovo sistema di ricerca Sherlock.

I tempi di rilascio della versione definitiva del nuovo OS sono però ancora lunghi e la società di Cupertino decide di aggiornare ulteriormente Mac OS, rilasciando prima la versione 8.6,che introduce un “nanokernel” per il multi tasking e il supporto al multiprocessing, e poi Mac OS 9, pensato per guidare la transizione a MacOS X e, nel contempo, garantire una migliore integrazione nel nuovo OS in ottica retrocompatibilità. Mac OS 9 contiene fondamentalmente una serie di tecnologie pensate per preparare gli utenti, ma soprattutto gli sviluppatori, alla rivoluzione X, tra cui l’API Carbonfondamentale per lo sviluppo di applicazioni compatibili anche con Mac OS X. Nelle successive minor release Apple ne rende, addirittura, obbligatorio l’utilizzo.

L’attesa termina il 24 Marzo del 2001: nasce Mac OS X.

Ad oggi sono state rilasciate 11 major release di Mac OS X: 10.0 “Cheetah” (24 marzo del 2001), 10.1 “Puma” (29 settembre del 2001), 10.2 “Jaguar” (13 Agosto del 2002), 10.3 “Panther” (24 ottobre del 2003), 10.4 “Tiger” (29 aprile 2005), 10.5 “Leopard” (26 ottobre 2007), 10.6 “Snow Leopad” (settembre 2009), 10.7 “Lion” (20 luglio 2011), 10.8 Mountain Lion (25 luglio 2012) e 10.9 Mavericks (22 ottobre 2013), 10.10 Yosemite (2 giugno 2014), 10.11 El Capitan (30 settembre 2015) e 10.12 Sierra (20 settembre 2016).

osxevolution

Sono in molti a considerare Mac OS X una sorta di NEXTSTEP/OPENSTEP versione 5, 6, ecc. Ciò non è lontano dalla realtà ma non è assolutamente da considerarsi un handicap: infatti APPLE ha fatto quello che tutte le società fanno, ovvero ottenere il meglio ottimizzando i prodotti ed il know-how in proprio possesso.

Comunque Mac OS X si è fortemente evoluto da quello che in origine era l’OS di NeXT, come è possibile approfondire tramite le pagine specifiche.