Siamo accerchiati, Big Tech lancia la “guerra al terrorismo” digitale contro 74 milioni di sostenitori di Trump

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Big Tech ha lanciato una nuova “guerra al terrore” contro il presidente Trump e i suoi 74.000.000 di sostenitori.

L’epurazione del presidente Trump e dei suoi sostenitori è iniziata venerdì da tutte le principali piattaforme di social media, tra cui Facebook, Twitter, TikTok e Instagram.

Mentre ciò accadeva, i legislatori repubblicani sono rimasti in silenzio.

Venerdì, migliaia di sostenitori di Trump hanno iniziato a essere eliminati dalla maggior parte delle principali piattaforme di social media prima che lo stesso Trump fosse scavato nella memoria da Internet.

Allo stesso tempo, Parler è stato avvertito da Apple che i suoi giorni erano contati, poco prima che Google bandisse completamente l’app dal Play Store.

“Abbiamo ricevuto numerosi reclami riguardanti contenuti discutibili nel vostro servizio Parler. Accuse secondo cui l’app Parler era stata utilizzata per pianificare, coordinare e facilitare le attività illegali” al Campidoglio degli Stati Uniti il ​​6 gennaio. Ha scritto Apple in una e-mail ai dirigenti di Parler. “L’app sembra inoltre continuare a essere utilizzata per pianificare e facilitare ulteriori attività illegali e pericolose”.

Thegatewaypundit.com riporta: Queste stesse aziende non hanno mostrato assolutamente alcuna preoccupazione quando i terroristi domestici di Black Lives Matter stavano pianificando i loro prossimi attacchi sulle loro piattaforme, spesso con l’approvazione dei politici democratici.

L’amministratore delegato di Parler John Matze ha risposto alla minaccia inviando messaggi; “Apparentemente credono che Parler sia responsabile di TUTTI i contenuti generati dagli utenti su Parler. Con la stessa logica, Apple deve essere responsabile di TUTTE le azioni intraprese dai propri telefoni. Ogni autobomba, ogni conversazione illegale con il cellulare, ogni crimine illegale commesso su un iPhone, anche Apple deve essere responsabile”.

Alle 19:00 EST, è stato riferito che il presidente Trump si era ufficialmente unito a Parler. Al momento non è chiaro se la grande tecnologia abbia premuto il grilletto in anticipo, se il sito sia andato in crash per la frenesia di nuovi utenti che speravano di sentire il presidente, o se fosse qualcosa di più sinistro.

Alle 7:46 Parler è stato bandito dal Google Play Store.

Sarete comunque in grado di accedere a Parler dal vostro computer o browser.

Allacciate le cinture. Vi vogliono zittire.

Fonte: newspunch