Fuori da questa (dis) Unione europea!

La mia fede nell’Europa si sta sgretolando ogni giorno di più. Leggo sbigottito i resoconti dei vari meeting europei dell’ultimo mese (Commissione, Consiglio, Eurogruppo) e le conclusioni che ne traggo sono amare, pessimistiche.

Di Francesco Celotto su Scenari Economici

Abbandoniamo questa (dis)Unione europea

L’Unione europea è oggi più in crisi che mai e senza alcun progetto comune futuro.
Le divisioni tra il Nord ed il Sud si sono acuite in maniera drammatica.
Da una parte olandesi, finlandesi, danesi, austriaci dietro i quali subdolamente si nasconde la Germania. Dall’altra italiani, spagnoli, greci, sloveni, portoghesi, francesi.

I francesi non so se stanno del tutto dalla nostra parte considerando che, da sempre, hanno tentato di creare un asse forte con i tedeschi a volte riuscendoci, molte altre no.

Il problema di fondo è che la Germania da sempre ha tentazioni egemoniche sull’Europa.
Ricordiamoci cosa diceva Churchill dei tedeschi.
Per lo statista inglese loro erano la vera minaccia dell’Europa, non i russi e diceva che, una volta risistemata, la loro economia, avrebbero cercato di nuovo di imporre la loro forza all’interno della Unione Europea.
I fatti delle ultime settimane corroborano questa tesi.
Dopo aver creato l’euro lo hanno utilizzato per farci i loro comodi, con una bilancia commerciale troppo in attivo (e su questo punto anche i burocrati di Bruxelles hanno avuto da ridire), con una tendenza a non investire neppure nella loro economia interna, con un sistema di aiuti straordinari per non affondare il loro malandato sistema bancario (ricordo che Deutsche Bank è una delle banche più malmesse del mondo), con una smania di imporre a tutti la loro austerità.

Hanno creato ed imposto l’Unione Europea solo per soddisfare i loro interessi, finanziare la ricostruzione della ex Germania Est, aumentare le loro esportazioni, fregandosene di creare una vera Unione di Stati.
Oggi l’Unione Europea è solo una unione doganale e monetaria.


L’Unione europea è servita solo ai tedeschi

I tedeschi hanno perseguito in modo molto minuzioso il loro piano e il Covid19 è venuto per perfezionarlo e completarlo.
Dato che le loro finanze glielo permettono non hanno subìto i massacranti tagli alla sanità patiti tanto per fare un esempio da Italia e Spagna.

In questo modo hanno affrontato in migliori condizioni la pandemia, che a leggere le loro statistiche, ha fatto molto meno morti che in Italia, Francia, Spagna.
Avendo una finanza pubblica molto più solida e una amministrazione pubblica molto più efficente, hanno potuto approntare fin da subito un piano di aiuti finanziari per la piccola e la media impresa, basti pensare che hanno creato un fondo di garanzie statali pari a 1000 miliardi.AdProblemas de disfunção erétil? Encontre uma solução segura e discreta, sem ir ao médicoapomeds.com

In Italia intanto i lavoratori stanno ancora attendendo la cassa integrazione e le imprese gli aiuti.

Loro stanno riaprendo uffici, negozi e industrie mentre noi ancora dibattiamo come affrontare la fase 2.
Tutto questo porterà ad un inevitabile, ulteriore gap tra le economie del Nord e del Sud Europa.
Il virus è simmetrico, ma ahimè le conseguenze assolutamente no.

In questo contesto i tedeschi e i loro satelliti alleati (olandesi in testa) non hanno nessunissima intenzione di mutualizzare il debito o approntare recovery fund o altre misure straordinarie di supporto.
L’Unione Europea è un far west dove è partita la cosa folle al si salvi chi può.
La montagna come al solito partorirà un topolino: forse un MES con meno condizionalità (fino alla fine dell’emergenza, poi scatteranno le solite clausole capestro) e bassi tassi di interesse, forse un recovery fund con dentro qualche spicciolo gratis, il resto prestiti da restituire in pochi anni.

Ci concederanno i tedeschi qualcosa giusto per impedirci di affondare del tutto in modo da essere funzionali al loro interesse di continuare a dominare.


Ora basta!

Arrivati a questo punto da cittadino italiano dico a questi signori BASTA.

Tenetevi le vostre elemosine.
Voi e le vostre amiche canaglie olandesi, che pretendono austerità, tagli e controllo della spesa pubblica, quando con il loro sistema fiscale truffaldino creano un dumping fiscaleche sottrae miliardi di euro di tasse al bilancio comunitario.
Basta a questa gente che in modo fascista pretende di venire a mettere il naso dei nostri conti e imporci la loro volontà.
Non abbiamo bisogno di questa vergognosa Europa, una struttura artificiale, burocratica, buona solo per spartire sedie, prebende e imporre assurde regole e regolette.

Assomiglia ogni giorno di più alla defunta Unione Sovietica e sappiamo che fine fece.
È arrivato il momento di mettere all’angolo una volta per tutte i tedeschi e le loro ambizioni di dominio.
Abbandoniamo questa (dis)Unione europea.
Creiamo, come ho già avuto modo di scrivere un asse forte con i paesi del Sud Europa (Francia e Spagna in primis) e lanciamo una banca di investimento del Mediterraneoche emetta obbligazioni per la ricostruzione.

Al contempo come ho scritto in questo articolo su scenarieconomici.it lanciamo un deposito vincolato remunerato presso la nostra CDP per raccogliere dalle famiglie 170 miliardi di fondi per il rilancio della nostra economia.
Queste due misure ci permetterebbero di tagliare definitivamente i ponti con questa Unione Sovietica d’Europa, un ente utile solo alla Germania.

Noi abbiamo esaurito il tempo.
Le nostre aziende stanno morendo.
Loro di tempo ne hanno, perchè usciranno dal Covid ancora più forti di prima e con la voglia di colonizzare tutto e tutti.
W l’Italia….


Francesco Celotto, imprenditore, analista finanziario indipendente, ex attivista M5S ,candidato al Senato per M5S, già fondatore del gruppo grandi opere del M5S Veneto. Coautore di due libri sul disastro ambientale e la corruzione relativa alle grandi opere del Veneto (2012: Strada Chiusa con Marco Milioni; 2015 Strade Morte con Marco Milioni, Carlo Costantini, Massimo Follesa) , ex presidente di Veneto sostenibile ed ex vicepresidente della Associazione Soci Banche Popolari, già portavoce Covepa (Coordinamento Veneto Pedemontana Alternativa).