Il tutto sta in quanto amore c’è in ognuno di noi

da ExtraPedia

È già da molti anni che esiste una certa dose di follia nel mondo, un movimento di accadimenti perfettamente connessi tra loro che continua con insistente ostinazione a essere presente nella quotidianità di ognuno di noi.

Recentemente questo movimento di accadimenti colpisce il principio dell’umanità perché colpisce in modo violento i bambini, la loro natura (e quindi quella di tutti noi nell’avvenire) e il loro futuro sottraendoli alla possibilità di creare la vita con amore.

Dopo un momento di shock, dopo un periodo di riluttanza fisica al sol pensiero di ciò che accade, trovo le parole per scrivere riguardo l’indicibile “caso gender” e non posso fare a meno di soffermarmi in primis sui genitori che approvano, concedono e mettono in atto questa aberrazione senza precedenti sui propri figli.

Mi chiedo come possono i genitori di una bambina di due anni farle immaginare di essere un bambino.

Mi chiedo come possono i genitori di un bambino di otto anni guardarlo mentre si consuma nei panni di una drag-queen.

Mi chiedo come possono i genitori di un bambino o di una bambina di tre anni crescerlo o crescerla un giorno come se fosse femmina e quello dopo come se fosse maschio.

Mi chiedo come possono i genitori di un adolescente sottoporlo o sottoporla a cure ormonali per ritardare il momento del suo sviluppo fisico nell’attesa che accetti il proprio organo sessuale (ancora in avvenire) mentre il resto del suo essere prosegue nello sviluppo.

Mi chiedo come possono i genitori di bambini in età pre-scolare mandarli all’asilo sapendo che è loro spiegata l’educazione sessuale quando ancora non possono sapere com’è e cosa è il loro sesso in quanto in via di formazione e trasformazione.

Mi rispondo che probabilmente quei genitori hanno subito un lavaggio del cervello o che hanno problemi d’integrità mentale sfuggiti alla sanità, mi rispondo che quei genitori non sono umani ma cyborg, mi rispondo che tali genitori sono stati ricattati marcatamente. Ma poi trovo interviste, foto e video che documentano la decisione felice e consapevole di queste violenze ai propri figli e allora alzo l’antenna del ragionevole dubbio che i fatti siano veri o falsi perché prima di tutto, in quanto madre, non sono capace di comprendere tali scelte. Vorrei andare da questi bambini e assicurarmi del fatto che questo “caso gender” sia solo una favola che fa il giro su Internet, ma purtroppo temo che sia parte della nostra realtà.

Proviamo a riflettere insieme sulle conseguenze di un fatto di questa portata senza appellarci a studi, interviste, ricerche ed esperimenti ma solo al nostro amore giacché è l’unica “cosa” che ci permette di svegliarci domani e andare avanti. È l’unico movimento libero che custodisce e garantisce la nostra sopravvivenza.

Rifletto.

Si narra che questo “caso gender” e sue ramificazioni serva per ottenere l’uguaglianza, la libertà , il rispetto (e chi più ne ha più ne metta) ma io ci trovo subito un primo fraintendimento di terminologia e significato delle parole utilizzate perché deviate in contesti in cui non appartengono ma che magicamente diamo per scontati. Ci trovo nel principio una volontà guidata a destrutturare e sbriciolare l’integrità degli umani. 

Ricordo mia nonna, una donna che aveva vissuto la sua vita e che all’età di 80anni circa mi chiedeva e si chiedeva svariati perché sugli aspetti fondamentali della vita: domandava com’erano possibili certi accadimenti che sentiva raccontare alla televisione o che leggeva sui giornali e verso la fine della sua vita (è morta all’età di 86anni) concluse che molti fatti divulgati dai media non potevano essere veri. Sono certa che mia nonna non sarebbe nemmeno riuscita a capire la nozione di un fatto del genere e non perché rincoglionita (tanto che a quell’età teneva a bada tre nipoti di 2, di 4 e di 6 anni) o ammalata di demenza ma perché incompatibile con il suo essere nonna, madre e figlia… perché questa follia è incompatibile con l’essere umano.

Continuo.

Come può essere menzionato il termine rispetto quando ci “informano” sul “caso gender” e allo stesso tempo trovare lo stacchetto pubblicitario con la video-ricetta di come preparare un polpettone vegetariano inserito al centro dell’articolo in questione! Dove può essere contemplato il termine rispetto negli articoli riguardanti il “caso gender” mentre nei menù a tendina che scorre nel perimetro della pagina Internet visualizzata, appaiono pubblicità di ogni tipo! È disarmante come queste situazioni siano sputate nel mondo al pari della pubblicità di qualsiasi cosa, per me il centro della questione è il fatto e le sue conseguenze!! Io credo che con il “caso gender” si parli di umanicidio.

Il tutto sta in quanto amore c’è in noi.

Questo scritto è stato dedicato al “caso gender” ma ci sono altri movimenti folli collegati che riguardano sempre i bambini e le bambine e per molti di noi tutto questo è normale perché quando elabori un nuovo accadimento quello a cui stavi dedicando il tuo pensiero diventa vecchio e assodato. Ma se proviamo per un attimo ad andare oltre ci stupiremmo di quanto siamo stati disposti ad accettare in silenzio.

Spero perciò in un profondo esame di coscienza su quanto accade nel mondo e su quanto accade dentro di noi, su cosa siamo disposti a supportare e sopportare stupendoci dell’impossibile, nel bene e nel male e sempre con amore.