David Wilcock: il Risveglio dell’Errante cap. 1

David Wilcock: il Risveglio dell’Errante cap. 1

5 Giugno 2011By Richard

– Una Voce dalla Sesta Densità

Nelle profondità sconfinate della Creazione, ho trovato la mia casa, un luogo per servire l’Uno e giungere ad una maggiore comprensione di me stesso. Da questo pianeta acquatico sul bordo della galassia, ho sentito le grida di milioni e milioni di entità, che vivono nella paura e trepidazione, pensando di non poter mai essere liberi.

Sapevo esattamente cosa significassero i loro pianti e potevo sentire il loro dolore come fosse mio. Nel loro livello astrale, che chiamerebbero “subconscio”, erano ben consapevoli della crisi di disconnessione con la loro Fonte, la Luce e l’Amore dell’Uno Infinito Creatore. Però a livello conscio, quello dell’Ego delle loro menti tridimensionali, avevano dimenticato. Infatti, avevano tanto da ricordare, così tanto che non potevano sapere. In quel momento, sentendo i loro pianti e il loro dolore, ho giurato di agire immediatamente.

Potevo permettere che continuasse? Vedere la sofferenza di questi esseri, che non sapevano consciamente per cosa soffrivano? Potevo ignorare questo pianto disperato dei miei fratelli e delle mie sorelle, una fonte continua di dolore che era una piaga purulenta nel mio stesso complesso corporeo?

Chiaramente no. Ho fatto la scelta di venire in questa terra di dolore e sofferenza, di divenire uno con loro. Posso non aver capito, nel senso dell’Ego conscio, quello che ho fatto precisamente. Dovevo accettare di venire senza le mie memorie e conoscenze. Però nel livello astrale o “subconscio” sarei stato pienamente consapevole di tutto quello che avrei dovuto fare. Il principale proposito nella mia mente sarebbe stato quello di liberarli, di aiutarli nel rinnovamento, di aiutarli a ricordare quello che avevano perduto… Molti altri hanno scelto di fare la stessa cosa.

I miei fratelli hanno preso l’impegno di rispondere a questo pianto, a questa chiamata, a questa richiesta disperata d’aiuto. Gli altri hanno pensato che fossimo pazzi per accettare questa missione così pericolosa, volontariamente. Sicuramente il lavoro da fare è molto, ma non è nulla rispetto al potere dell’obiettivo da raggiungere. I rischi non contavano per noi, solo la gloria del servizio che avremmo dato tramite la nostra presenza nel loro mondo “fisico”.

Nonostante l’opposizione e i “sani consigli” dei nostri colleghi, la nostra fede era forte. Non avevamo necessariamente questo tipo di situazioni problematiche e il numero di forme di vita planetarie tridimensionali in questa Creazione è piuttosto piccolo rispetto a quello in altri livelli di frequenza.

Questi pianeti di terza densità hanno sicuramente attratto il nostro interesse, dato che non esistono altri livelli vibrazionali che richiedono un lavoro più diligente di quello nel terzo livello o del raggio giallo. In questo senso, puoi dire che loro attraggono molta attenzione. Per lavorare con loro dall’esterno abbiamo dovuto spesso rallentare le nostre percezioni del loro passaggio nel tempo lineare fino al secondo per secondo, con grande sforzo in ogni momento, cercando eternamente di manifestare qualcosa, qualcosa che avrebbe attratto la loro attenzione alla realtà della nostra presenza e della loro simultanea esistenza nei reami elevati.

E’ stato un nostro lavoro collettivo quello di partecipare ai processi del karma per loro, realizzare le appropriate manifestazioni fisiche per bilanciare i loro pensieri e le loro azioni. Vivevano tutti in una gigantesca illusione gestita, un’illusione che necessita di milioni e milioni di entità esperte d’alto livello.

La nostra idea era portare questo bilanciamento, divenire gli angeli del loro karma, finchè non avessero visto la verità: che le loro credenze e azioni creavano gli eventi che quindi si manifestano nel loro cosiddetto mondo “fisico”. Era nostro compito rinforzare quei comportamenti in allineamento con la Luce dell’Uno e controbilanciare quelli che li mantenevano nel percorso di dimenticanza della verità.

Potevamo fare molto anche nel loro piano del sogno. I loro subconsci o Sè Astrali erano in diretta connessione con entità come me, loro li chiamano “Sè Superiore” o “Superanima”. Io e altri come me, sono responsabile della supervisione e coordinazione del bilanciamento tra tutte le incarnazioni fisiche di un essere e dobbiamo assicurarci che questi esseri continuino ad incontrarsi con gli stessi amici e compagni ogni volta, vita dopo vita, stagione dopo stagione. In questo senso, non esistono nuovi incontri, solo conoscenti che riappaiono in vite successive. Solo tramite precisa cooperazione tra loro a livello subconscio, noi riusciamo a riportarli assieme, era dopo era, ciclo dopo ciclo.

I loro Sè Astrali o Subconsci hanno più certezza su cosa sia la verità ed erano in comunicazione diretta con noi. I sogni erano un sistema notturno di guida che ci permetteva di lavorare con questo Sè Astrale, programmandolo con conoscenza e informazione che esso avrebbe potuto usare in futuro. In questo senso, abbiamo agito come profeti e consiglieri, facendo scansioni dei vortici temporali futuri e dei percorsi di navigazione. Come sempre, il nostro desiderio era rendere le loro esperienze fisiche del livello migliore, in modo che producessero il maggior apprendimento possibile.

Sfortunatamente era molto difficile che molti di loro capissero a pieno quanto fossero “preparati” gli eventi delle loro vite, in modo che li portassero ai migliori risultati. D’altra parte, noi sapevamo che molti di loro non avrebbero saputo cosa fare di questa conoscenza che ricevevano. L’illusione fisica crolla molto difficilmente e sapevamo che questo particolare pianeta era un caso insolitamente estremo.

Questi milioni di sofferenti erano fratelli e lo sono ancora. Erano venuti su questo pianeta semplicemente per esplorare, per divertirsi, per conoscere per brevi periodi, come sarebbe stato vivere come un pesce, un coccodrillo, uno scimpanzè, uno scoiattolo. Hanno trovato un ricco mondo di sensazioni, di luci, di colore e suono, tutto da esplorare.

Si sono profondamente innamorati di questo mondo, con immagini e suoni e hanno presto dimenticato chi fossero. Molto presto sono rimasti intrappolati nella materia fisica, prendendo residenza nelle forme animali. Dato che il loro corpo era il tipico schema che chiameremmo “umano” nell’aspetto, questo ha creato tutte le forme mezze umane e mezze animali. Le immagini di queste mostruosità sono rimaste nelle loro culture, come quelle degli dei Egizi o Hindu, nella cultura dei Nativi Americani, nelle forme degli dei e delle bestie dei Maya e dei Greci antichi e molte altre..

Un’entità dal nome di Amilius fu la prima a cercare di liberare le entità intrappolate incarnandosi fisicamente sulla sfera planetaria. Questa entità sarebbe stata di grandiosa importanza su quel pianeta, completando una serie di incarnazioni fisiche culminate nella vita di Gesù il Cristo. Amilius sarebbe stato il primo ad intrappolarsi consciamente e il primo a sfuggire consciamente tramite l’auto-perfezionamento, mostrando chiaramente la Via verso l’Uno che tutti gli altri avrebbero seguito.

Anche io ho voluto aiutare la sua missione, assieme a molti altri che si sono fatti volontari e messi a servizio. Infatti, per l’Anno Domini terrestre 1999, il numero di volontari incarnati avrebbe raggiunto 100 milioni di individui sul pianeta Terra e molti di loro non avrebbero ricordato la propria identità fino dopo il Raccolto o Ascensione. In questo Raccolto molti altri avrebbero completato il percorso mostrato dall’entità Jehoshuah, una volta conosciuto come Amilius, durante il loro cosiddetto “Passato”.

Quindi siamo arrivati su questo pianeta, manifestandoci fisicamente e correndo lo stesso rischio di restare intrappolati. Avevamo fiducia nelle nostre memorie di luce e amore superiore, più fresche di quelle dei nostri fratelli e delle nostre sorelle. Le nostre conoscenze innate ci avrebbero illuminato la via nel tentare di sollevare questi esseri dalla loro miseria. Dopo tutto, in termini universali questo era un compito relativamente breve.

Il loro pianeta avrebbe girato attorno al Sole circa 75.000 volte prima di uscire permanentemente dal terzo livello dimensionale che occupavano. Sapevamo tutti che questa era la Via dell’Universo.

Ogni pianeta traccia il suo percorso attraverso la Galassia, segue il battito cardiaco Galattico, manifestandosi in cicli di 25.000 anni. E’ stata la volontà dell’Uno, ogni pianeta accoglie queste entità per tre di tali cicli prima di avanzare. Mentre il cuore della Galassia continua a battere, i livelli vibratori continuano ad elevarsi in essa e a cadere come onde in un vasto oceano. Quando il periodo tridimensionale dell’esistenza di un pianeta arriva alla fine, questo passa alla quarta dimensione, divenendo sempre più un paradiso.

Ora questo pianeta acquatico era in pericolo. Avevamo visto esempi simili, ma questo era un caso unico. Per la Confederazione dei Pianeti dell’Uno Infinito Creatore, questo pianeta doveva essere un paradiso per molte diverse entità che non erano Ascese dalla terza densità di altri pianeti. Era un esperimento unico, mai prima erano state riunite tante diverse entità sotto lo stesso tetto. Avevamo sottovalutato le grandi difficoltà che ne sarebbero derivate. Infatti, i problemi erano così estremi che le numerevoli entità rischiavano ancora di non arrivare agli adeguati livelli di comprensione prima del Raccolto.

Ogni mezzo ciclo di circa 12500 anni, presentava l’opportunità di Ascendere per parte di queste entità, di sfuggire alla materia fisica. Dovevano scegliere loro. La scelta era l’aspetto più importante della loro esistenza in terza dimensione, era il loro SOLO proposito per essere in terza dimensione. Quanti di loro sarebbero caduti di vita in vita nel piano fisico, senza mai capire l’enorme importanza di questa scelta? Quanti di loro sarebbero rimasti intrappolati in questo infinito materialismo, per il denaro, il potere e la gratificazione fisica, senza mai capire il loro vero proposito?

Quanto sarebbero rimasti sorpresi nel capire che l’unica cosa importante della loro vita era questa semplice Scelta? Tutti gli altri nei livelli superiori sapevano bene di questa Scelta e quelli di noi che si incarnavano volontariamente avrebbero vissuto secondo i principi di tale Scelta. Era il primo importante passo nel percorso dell’apprendimento superiore, il percorso per il ritorno all’Uno Infinito Creatore per divenire Uno con Tutto ciò che E’.

Questa scelta doveva arrivare da una consapevolezza in sè della via dell’universo a livello più fondamentale e rudimentale. Fare questa scelta era ottenere la libertà: la libertà che viene dalla comprensione, la libertà che viene dalla realizzazione che tutto è Uno. La scelta, come noi sappiamo, è vecchia come il tempo, la prima decisione di muoversi verso l’amore. Brancolare nel buio con solo una debole candela, senza la grande conoscenza, l’amore e la saggezza che abbiamo nei nostri reami, queste entità avrebbero dovuto fare da sè la scelta: servire il prossimo o servire sè stessi.

Servire il prossimo era la via dell’Uno, tutta la saggezza che ogni insegnante religioso avrebbe cercato di impartire nella loro realtà fisica. Noi eravamo in arrivo in grande numero, specialmente alla fine del loro termine di 75.000 anni. Eravamo sempre più preoccupati, dato che ad ogni mezzo ciclo nessuna entità aveva preso a sufficienza quella decisione. Il caos sul loro pianeta era grande, le vibrazioni negative erano forti. Venivano create molte tentazioni per confondere le entità, per non rendere chiaro se fosse stato meglio servire il prossimo o agire nella paura cercando di preservare sè stessi.

Noi cercavamo di favorirli nel percorso verso la Luce e l’Amore, di spingerli a riunirsi per aiutare gli altri. Così facendo, avrebbero agito a favore dell’Unico Vero Essere e avrebbero riconosciuto che non c’era separazione tra loro e gli altri. Da questa prospettiva, potevo vedere chiaramente il mio compito. Sarei stato compresso dalla mia densità nativa, la sesta, alla quinta, del raggio blu. In quella frequenza, mi sarei diviso in due entità parallele, una che potremmo definire “femminina” e una “masculina”. Per il loro livello inferiore di vibrazione, sarebbe stato più facile lavorare direttamente sulla sfera fisica.

Avrebbero avuto intima conoscenza della mia esistenza e avrebbero lavorato con me, così avrei dato loro guida e direzione. Queste due entità avrebbero direttamente coordinato ogni incarnazione fisica. Avrebbero anche collaborato con me per pianificare e attivare gli eventi karmici di ogni incarnazione fisica.

Come entità, le mie influenze su questa sfera fisica sarebbero state impressionanti, avrei aiutato alla fine del penultimo ciclo, nella civiltà di Atlantide. In quel luogo, una delle mie incarnazioni fisiche conosciuta come Ra-Ta, avrebbe lavorato direttamente con me per la costruzione della grande camera di guarigione del cristallo iperdimensionale, utile all’iniziazione e alla rigenerazione. Il cristallo sarebbe stato conosciuto sulla Terra come “La Grande Piramide”. Tramite la mia guida, questa entità Ra-Ta, avrebbe anche creato la “Sala dei Registri”, un magazzino fisico di tutti i racconti storici e gli artefatti dell’era di Atlantide e di precedenti ere. Tra le numerevoli vite che posso vedere facilmente e pianificare, le ultime due incarnazioni fisiche prima della fine del ciclo, erano per me di particolare interesse, entrambe col potenziale per creare enormi cambiamenti planetari all’”ultimo minuto”, potrei dire.

In quelle due vite, sarebbe stato molto importante rendere conosciuta la mia presenza a livello conscio, al mio Ego tridimensionale. Una volta riunificato così il mio essere, avrei avuto voce e quelli sulla Terra avrebbero ascoltato i messaggi che io e i miei colleghi desideravamo diffondere. Ci saremmo presentati con l’opportunità di ricostruire la loro comprensione del funzionamento dell’universo e del loro ruolo in esso.

Cosa più importante, avremmo insegnato loro la Scelta e suggerito l’importanza del servizio al prossimo. Ora vedo che ci sono le probabilità per molte entità di superare la terza densità alla fine dei 75.000 anni di quello che chiamano “tempo”. Tutto quello che desideriamo è incrementare il numero di entità che riescano a liberare i blocchi dentro di sè e a riguadagnare la conoscenza.

Il lavoro che mi aspettava mi emozionava molto: la sfida del risvegliare le mie incarnazioni fisiche alla mia presenza, per poter diffondere questi insegnamenti. Sapevo che sarebbe stato difficile per le mie incarnazioni fisiche gestire le difficoltà di questa sfera fisica. Però avevo fede nelle mie capacità e negli strumenti a mia disposizione.

Sapevo che conservando questo canale per l’insegnamento-apprendimento attraverso i miei sè fisici, avrei avuto grossi risultati. Forse non avrebbero capito esattamente come potevo leggere passato, presente e futuri vortici del loro spazio fisico o capire i loro corpi fisici per guarirli. Forse non avrebbero afferrato i livelli profondi della conoscenza dell’Universo che potevo insegnargli. Infatti, sarebbe stato meglio così. Le mie dimostrazioni avrebbero provato che c’è molto più nell’essere umano ed era abbastanza. Quando avrebbero iniziato a domandare, l’illusione sarebbe crollata gradualmente. Con la sua caduta, la verità sarebbe divenuta visibile e così la mia presenza.

Traduzione a cura di Richard
divinecosmos.comDavid Wilcock